Cinque dita - MusicAzzurra, pianoforte, didattica e musica per bambini e adulti.

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LE PRINCIPALI TECNICHE PIANISTICHE
Organizzando i movimenti Cap.2
CINQUE DITA
INTRODUZIONE
Le dita rappresentano l’elemento fondamentale nella produzione del suono, sono le uniche a contatto con i tasti, ed hanno sia un ruolo attivo che passivo.
Tutti i movimenti del braccio e del corpo hanno lo scopo di aiutare le dita, pertanto il rapporto tra questi elementi è fisiologicamente di “interdipendenza” nel senso che ogni dito nel suo muoversi, deve essere coadiuvato, agevolato e rispettato nella propria anatomia, da una corretta posizione del braccio e dell’avambraccio .
Con quale obbiettivo??: il suonare “rilassati”, sembra un ossimoro, ma la tecnica pianistica deve vivere di reciprocità rapida ed interdipendente tra tonicità e rilassamento, al fine di avere agilità e morbidezza allo stesso tempo. Per essere piume non dobbiamo solo essere leggeri, dobbiamo saper essere leggeri, pertanto averne la forza. Porto sempre l’esempio dei campioni di atletica leggera che sia corsa, salto a ostacoli o salto in alto, la caratteristica è la velocità e la leggerezza che però, senza un’adeguata forza fisica, non ci sarebbero.
Il duro lavoro dello strumentista ed in particolare qui del pianista, è andare a lavorare con una parte del corpo piccola, perché le dita sono “piccole” e dargli una disciplina grande ed indipendente per ciascuna, rinforzarle muscolarmente per ottenerne leggerezza, scatto e agilità, nonché controllo per le sfumature sonore di espressione.
 
IL POLLICE
Il dito cardine in questo concetto è il pollice, il quale è molto diverso dalle altre dita: si compone di due falangi e non tre, è il più forte e il più agile.
Il suo metacarpo è staccato dalle altre ossa e gode di una maggiore indipendenza rispetto alle altre dita.
Ogni volta che il pollice suona, il polso deve essere abbassato, proseguendo poi con l’indice si solleva un pochino il polso ed inoltre il pollice non deve mai trovarsi sotto la mano, ma deve mantenersi a fianco di essa e percuotere il tasto verticalmente ed essere libero in questo movimento.
Il pollice rigido vicino alla mano è indice di tensione muscolare, infatti va prestata molta attenzione a questo dito che spesso e volentieri aiuta le dita più deboli come 4° e 5° ERRONEAMENTE perché questo aiuto ingenera staticità e non attivazione autonoma di queste dita.
A tal fine vanno eseguiti esercizi per le dita deboli con il pollice tenuto, metabolizzando fluidità muscolare e scioltezza di polso nell’eseguire l’esercizio, diversamente otterremmo l’effetto opposto.
 
…E LE ALTRE DITA
Risulta chiaro come le dita siano diverse tra loro e seppur dotate tutte di muscolatura, alcune sono più forti di altre.
L’anulare, ad esempio, è un dito debole in quanto i suoi flessori ed estensori sono uniti a quelli del dito medio, conseguentemente queste due dita si contraggono ed allungano insieme, ragion per cui il 4° dito non è indipendente dal 3°.
Sistemando il movimento orizzontalmente e verticalmente, però, si riesce ugualmente ad utilizzare il 4° dito senza sforzo.
Il Mignolo è un dito molto forte, anche se piccolo, perché beneficia dell’avambraccio e della muscolatura esterna della mano .
Al mignolo sono affidati i bassi e frequentemente melodie a destra ed è molto importante nell’esecuzione delle ottave, ne consegue la necessità di uno studio costante per questo dito.
 
REGOLE PER L'USO!
1)       Le dita devono sollevarsi leggermente prima di suonare.
2)      Ogni dito dovrà sistemare il proprio allineamento con mano, polso, avambraccio e braccio.
3)      Il dito che suona dovrà trovarsi in linea retta con i propri muscoli estensori e flessori.
4)      Braccio, polso e mano possono compiere un movimento minimale di aggiustamento orizzontale e verticale per mantenere un rilassato equilibrio. L’obbiettivo è l’eliminazione di ogni tensione.
5)      Sui tasti neri, il braccio deve assumere una posizione più alta.


 
 
 
 
(Biografia: Sandor-Come si suona il pianoforte; Cortot –Principi razionali della tecnica pianistica; Corni-Come una danza; Brugnoli-Dinamica pianistica)
 
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